L'Odissea del trovare lavoro in Italia

Non è vero, a differenza di come vogliono farci credere i media, che in Italia non si trova lavoro.
Il nostro paese è ZEPPO di lavoro, se vuoi lavorare gratis, se vuoi fare stage, se vuoi fare esperienze post master costosissimi.

Fu così che, dopo la laurea, dopo un corso di specializzazione, dopo un master, dopo 3 stage, dopo un praticantato, dopo 2 internship, decisi che era il momento di trovare un lavoro con il quale sostentarmi e sognare un giorno di crearmi una vita autosufficiente.

Compro il "Cerco e Trovo", settimanale di annunci locale, e con l'evidenziatore tra i denti mi metto a cerchiare le inserzioni:

"Cercasi segretaria età massima 19 anni, esperta in contabilità, bilancio, revisione contabile, squirting, golden shower, snowballing, queefing, per stage non retribuito. Massima serietà".

("cazzo, me la cavo in tutto tranne che nell'ultima pratica, proviamo con un altro annuncio").

"Distinta signora della nobiltà Perugina cerca giovane collaboratore domestico da prendere a colpi di mazza da baseball nei testicoli per sfogare la tensione, offresi contratto part-time, richiesta discrezione e pulizia"


("questo me lo segno e al limite se non trovo di meglio provo a contattarla")

"Cercasi operaio pulitore di noccioli per centrale nucleare, il panno di daino lo forniamo noi, contratto immediato con buoni lavoro Inps, inizio immediato".

("Ecco! Questo era quello che cercavo! Vedi che finalmente il governo Renzi è riuscito a sbloccare il mercato del lavoro, volano dell'economia, e far ripartire il sistema paese!")


Il primo giorno di lavoro della mia breve esperienza lavorativa di lavoro VERO inizia quindi un grigio martedì di novembre, in cui mi spiegano che prima c'è un periodo di prova, e che non mi daranno alcun abito protettivo. Strano, vedo tutti con una tuta antiradiazioni, che si sottopongono a lunghe procedure di decontaminazione.. ...e soprattutto... ...da quando in qua c'è una centrale nucleare a Perugia?

In ogni caso le prime giornate vanno via spedite, con me che pulisco questo nocciolo della centrale nucleare che emette un sinistro ronzio ed emana un calore insopportabile, mentre subito fuori impazzano le proteste dei sindacati, che ogni volta che entro ed esco dalla centrale mi urlano "vergogna! privilegiati! raccomandati! FIGLI DEI PADRONI!", con in sottofondo una versione in serbo di "bella ciao". Dopo un po'uno ci si abitua, del resto appartengo alla schiera dei pochi fortunati che a breve avrà una dose omeopatica di quello che i nostri antenati chiamavano "stipendio".

Allo scadere dei 30 giorni nei quali ho versato il sangue, i datori però mi dicono, in maniera del tutto inaspettata, che non ho superato il periodo di prova e che non mi terranno ulteriormente. Posso andare, e se voglio portare con me il panno di daino.


Io gli faccio notare che ci tengo al lavoro, che mi trovo ben inserito in un ambiente dinamico, lavoro in teamwork, e tutte le cazzate che scrivono su internet per rendere più appetibile il nostro curriculum e gli faccio anche notare che recentemente quando mi alzo la notte per andare a fare la pipì non devo neanche accendere la luce, perchè la pipì esce fluorescente illuminando la stanza di un curioso bagliore giallastro.

Niente, non funziona. Esco dallo stabilimento e i Cobas del latte mi tirano con un badile uno stronzo di una delle mucche presenti, urlandomi "L'articolo 18 non si tocca! Ai nostri diritti chi ci pensa?!". Io, giunto al limite, anzichè sperticarmi in una disamina giuslavoristica sui pro e i contro della tutela reale, prendo una pala e comincio a correre incontro al corteo, roteandola e menando fendenti a destra e a manca, fino a ridurre l'intero codazzo appostato da un mese fuori dalla centrale in una massa sanguinolenta (incluse le mucche).

Lo step successivo è andare a casa, aggiungere questa ennesima breve esperienza lavorativa sul mio profilo Linkedin, come "Certified Senior Hygienic Manager of Nuclear Power Plants", ed andare a suonare alla porta della nobildonna in cerca di collaboratore domestico da prendere a mazzate nei testicoli, sfoderando il mio miglior sorriso.

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