Annuncio Ritardo



Amiche ed amici, conoscenti e non, Gianni e Pinotto, ben ritrovati alla seconda puntata del programma "Io e i miei drammi", l'argomento di oggi avrebbe dovuto riguardare l'universo maschile e, in particolare, la poca, pochissima classe che alcuni oggetti o comportamenti di queste tenere bestioline hanno o riflettono nei nostri confronti, situazioni che li fanno immediatamente passare da belli e impossibili a un "Ok, mantieni la calma e al mio tre corri più lontano che puoi". Un imprevisto che verrà citato a breve, mi ha fatto però cambiare idea sull'argomento spingendomi a trattare una questione che ha come titolo "Annuncio ritardo", tranquilli maschietti (o, se preferite, tenere bestioline), non mi sto riferendo a un ritardo che poi, col tempo, avrà un nome proprio di persona maschile/femminile singolare (o, per i più fortunelli, plurale) che vi chiederà in prestito la macchina e al quale, piano piano, vi affezionerete più di ogni altra cosa al mondo. Il ritardo in questione ha a che fare con il sistema ferroviario italiano, l'unica cosa in grado di trasformarti in un moderno e più incazzato Ulisse, l'unica cosa in grado di farti venire in mente gli insulti più creativi perché, a sorpresa e senza la minima alternativa, ti lascia nel bel mezzo del nulla o fermo in una stazione che non è la tua per secoli, senza preoccuparsi di spiegarti cosa stia succedendo o, per lo meno, senza minimamente tentare di portarti a destinazione tramite autobus sostitutivi/zucche trasformate in carrozze da improbabili tardone grasse o tappeti volanti creati apposta per l'occasione.


Essendo particolarmente inadatta alla guida del mezzo (l'auto), negli ultimi anni mi sono dovuta affidare spesso al treno per viaggi di lavoro/studio/familiari e, per ben quattro volte, ho avuto l'immenso piacere di vivere in prima persona (tralasciando ritardi medi ma sopportabili di 30/40 minuti) quattro veri e propri "disastri ferroviari" causati da computer fisicamente esplosi, furti di cavi o parti di essi fatti di rame (e a quanto pare richiestissimi nell'ambiente della mala vita locale e non), nevicate impreviste di 2 centimetri (a metà dicembre), alberi crollati sui cavi, mucche sulle rotaie, invasioni aliene e lotte di cow boys che per ben tre volte mi hanno portata a destinazione con circa 6 ore di ritardo e, nel caso più grave, mi ha fatto arrivare il giorno dopo, piuttosto incazzata, affamata e infreddolita.


L'ultimo disastro ferroviario mi è capitato proprio un paio di settimane fa, evento che mi ha spinta a rimandare la stesura di "Uomini col borsello" (che, salvo imprevisti, verrà pubblicato nella prossima puntata) e che mi ha convinta a creare "Annucio ritardo"; i pendolari come me conoscono fin troppo bene questa adorabile coppia di parole e, soprattutto, conoscono alla perfezione il livello di nazismo che aumenta in maniera direttamente proporzionale ai minuti di ritardo accumulati dal treno durante la catastrofe.


 "E mo so cazzi..."





Siamo in Italia, paese che agli esami di "organizzazione" e "gestione dell'imprevisto" copiò, male e clamorosamente, dal vicino tedesco o accettò, piuttosto incredulo, un diciotto elargito da un professore che quella mattina si alzò fin troppo di buonumore, siamo però un popolo di artisti, di scrittori, di viaggiatori, un popolo che tra cose organizzate alla "volemose bene" e concluse alla "tarallucci e vino" si barcamena e si arrangia in una maniera a dir poco splendida, un popolo fortunato perché è consapevole del fatto che l'imprevisto è sempre dietro l'angolo ma, grazie all'esperienza maturata nel campo, sa anche perfettamente come affrontarlo. In caso quindi di "disastro ferroviario" un italiano sarebbe l'unico ad avere il livello di preparazione necessario a farlo uscire vivo e ben vestito, qualsiasi altra persona di nazionalità-bene (e per "bene" intendo un paese che non sia del terzo, quarto o quinto mondo) diversa dalla nostra non saprebbe cosa fare, andrebbe in paranoia e si suiciderebbe perché non ha mai frequentato questa particolare scuola di sopravvivenza, nel suo paese-bene le cose funzionano e, se si rompono, vengono sostituite o aggiustate immediatamente; immaginatevi adesso le due differenti reazioni che potrebbero avere un passeggero svizzero e uno italiano che devono arrivare a Firenze cambiando a Milano, seduti su un treno in ritardo di 20 minuti, con soli 5 per fare il cambio, lo Svizzero s'ammazza, l'italiano fa amicizia. Andiamo adesso ad analizzare nel dettaglio le varie fasi che precedono, vedono e concludono il disastro ferroviario e le varie tipologie di persone e situazioni che potrebbero capitarvi, partiamo dall'inizio, dalla Genesi del piccolo Tommasino Combinaguai (mi ero stancata di chiamarlo "disastro ferroviario", ormai lo conosco, è di casa, merita un nome proprio, come gli uragani). Se dovete affrontare un viaggio lungo al quale non potete proprio rinunciare, avete i minuti contati tra un cambio e l'altro, siete pieni di bagagli, avete le scarpe sbagliate, è inverno e non avete cibo con voi iniziate a preoccuparvi perché sono le classiche condizioni in cui Tommasino ha più probabilità di capitarvi, se avete già due caratteristiche su sei ce l'avete nel culo, letteralmente. La speranza però è l'ultima a morire quindi, da bravi stolti ottimisti, salite sul treno, tutto sembra apparentemente filare liscio, siete riusciti a sedervi, non ci sono ragazzini che urlano, il vicino ha la faccia simpatica ma il treno non sta bene, rallenta, arranca, inizia a fermarsi in luoghi che non sono stazioni, poi però riparte ma si riferma, arriva in una stazione qualsiasi ma punta i piedini, non ne vuole proprio sapere di ripartire, Tommasino inizia ad avere i primi mal di pancia e in sottofondo iniziano a sentirsi le voci dei controllori che, quasi scazzati, tranquillizzano i passeggeri con un "Tanto poi recupera…" No….No…. (immaginatevi pure il mio dito che fa "no") Tommasino non recupererà mai quel ritardo, ormai s'è arrabbiato e sicuramente le cose non potranno che peggiorare. Siamo nella prima fase, l'illusione di uscirne illesi è ancora alta, siete a circa 10/20 minuti di ritardo accumulati ma oggettivamente siete ancora in tempo per arrivare a destinazione senza troppi problemi, i passeggeri più allarmisti iniziano però a guardarsi intorno, le loro piccole testoline si alzano e si guardano intorno, hanno mangiato la foglia e questo per voi diventa un momento fondamentale perché (usate la voce di Ruggieri per leggere la prossima frase) siete di fronte ad un bivio; dovete decidere cioè se unirvi al gruppo di "allarmisti" o restare seduti e calmi a sperare che la situazione migliori. Chi ha scelto di mantenere la calma ed aspettare ha fatto una scelta poco saggia perché, con ogni probabilità, gli "allarmisti" non erano "allarmisti" ma habitué ossia coloro che sanno come muoversi perché reduci da altri Tommasini/Albertini/Franceschini, questi, gentili ascoltatori, sono momenti importantissimi perché il personale del treno è ancora mansueto, visibile e disponibile a comunicare ogni singolo dettaglio del dramma, il treno è fermo da ormai mezz'ora e state pur tranquilli che non ripartirà in tempi ragionevoli, è arrivato il momento di decidere in quale squadra giocare e, soprattutto, quale ruolo ricoprire perché Tommasino è in piena fase di svolgimento e, ovviamente, sta iniziando a piovere/grandinare/nevicare e sono passate da poco le 20. In questo momento due procedure sono di fondamentale importanza:

1) LA MANOVRA DEL CERBIATTO: Mantenete cioè un contatto visivo attivo e costante con il personale del treno; a mano a mano che Tommasino scatena la sua ira questi diventeranno sempre più invisibili, CATTIVI e impreparati; cercate di mantenere con loro un rapporto costantemente gentile, rispettoso, da pari a pari. Se loro si spostano seguiteli, se loro mangiano mangiate, se loro discutono con altri passeggeri aiutateli nella battaglia prendendo le loro difese, dovete siglare con loro una strategica alleanza poiché saranno gli unici ad avere notizie ufficiali e gli unici in grado di prevedere quale sarà il primo treno a ripartire o quello in grado di avvicinarvi di più a destinazione.

2) CHI SONO IO??: Tenendo sempre attiva la manovra del cerbiatto, dovrete trovarvi un ruolo, dovrete cioè decidere se essere un gregario o un leader. Il gregario è colui che durante le situazioni d'emergenza, stacca completamente il cervello, non capisce più niente e nel suo brancolare nel buio della follia segue ed esegue gli ordini del leader senza farsi troppe domande e, soprattutto, gode del privilegio di poter rinfacciare al leader gli errori commessi da quest'ultimo. Il leader avrà invece il delicato compito di interagire con il personale ferroviario, capire quale sia il problema e decidere se e quando scendere dal treno, se e quando salire su un altro treno, se e quando cercarsi una camera d'albergo, se e quando iniziare una maxi rissa.

A seconda della vostra indole vi renderete immediatamente conto a quale parrocchia appartenete: se, per esempio, in situazioni di emergenza disimparate a inghiottire la saliva lasciate perdere, rannicchiatevi sotto a una colonna, tenetevi la testa tra le mani e fate i gregari (o fatevi scambiare per dei tedeschi). Non essendo in condizioni di intendere e di volere dovrete però appoggiarvi ad una mente più lucida, dovrete quindi cercarvi un leader e l'operazione è piuttosto facile; basta individuare quel tizio che, nel raggio di duecento metri, sembra essere il meno imbecille, se parla tedesco lasciatelo perdere subito, non è preparato alla disorganizzazione, sarebbe solo d'intralcio (come il soldato che ha perso le gambe nel combattimento e pretende giustamente di essere lasciato dove si trova a morire con dignità).


Se invece riuscite ancora a svolgere operazioni complesse come leggere un orologio o ricordarvi il vostro nome allora potreste essere un leader se, nonostante tutto, non vi va di assumervi alcuna responsabilità fate comunque i gregari e cercatevi un leader che faccia tutto il lavoro sporco. Se avete già avuto esperienze nel campo vi troverete di fronte ad un altro bivio: essere eletti leader del gruppo (attenzione, dove c'è potere c'è figa, quest'arma a doppio taglio potrebbe disconcentrarvi dall'obiettivo, potrebbe rendervi folli e farvi rischiare troppo con la speranza di attrarre ancora più figa ma allo stesso tempo aumenterebbe le vostre possibilità di trombare in una situazione insolita ed estrema, cosa che farà divertire i vostri amici quando, una volta tornati a casa, racconterete loro la vicenda di Tommasino). Potete anche fregarvene altamente degli altri e stare per conto vostro autoproclamandovi "leader silenziosi" (sempre mettendo bene in pratica la manovra del cerbiatto, mi raccomando) e raccogliere le informazioni che si scambieranno i leader con il personale ferroviario.

Leader e gregari li abbiamo definiti, vediamo adesso gli altri personaggi secondari nei quali potreste incappare durante la furia di Tommasino:

1) "E' arrivato Pensece": State attentissimi, questo buffo personaggio è un gregario mascherato da leader, Pensece può essere chiunque; un omuncolo sulla cinquantina, una figa di legno con il tacco 12, un anziano che si crede all'avanguardia tecnologica/fashionistica solo perché indossa il cappellino della Roma, lo individuerete perché si guarderà intorno con la bocca spalancata ma ha avrà sguardo perso, ripeterà ad alta voce le lamentele degli altri e ne inventerà di nuove, urlerà, gesticolerà in modo forsennato e minaccerà di morte qualsiasi membro dell'equipaggio Trenitalia. Evitatelo come la peste perché sarà il primo a farsi odiare e l'ultimo a tornare a casa. 

2) La mamma: 90 su 100 è una signora di mezza età, vestita normalissima e truccata il giusto che se ne sta un po' in disparte ed osserva la situazione, è calma, rassegnata e con un cuore grande grande. Lei vi proteggerà, vi consolerà, vi parlerà dei figli e vi inviterà a cena una volta arrivati a casa, la mamma è sempre la mamma e, se la nostalgia o il panico vi colgono, cercatela! Ha alle spalle anni di esperienza nella gestione dei piccoli e grandi traumi della sua prole, lei Tommasino se lo mangia a colazione!

3) I teen-ager deficienti che urlano e si scattano un selfie ogni 8 secondi. Devo aggiungere altro?




 Una probabile "mamma"



Una volta applicata la manovra del cerbiatto, riconosciuti i compagni di sventura e stabilito il vostro ruolo non dovrete far altro che seguire il gioco di Tommasino, ora sapete cosa fare e dove guardare, non dovrete far altro che aspettare la fine della sua ira, in questi tempi morti avrete la possibilità di lamentarvi del governo, fare a gara a chi è sopravvissuto a più precedenti Tommasini, imbastire un torneo di briscola offrendo un capocollo come trofeo, cercare di rimorchiare la bellona della situazione ma, soprattutto, potrete chiamare il vostro migliore amico e, in nome della vostra decennale amicizia, iniziare ad accennargli che, forse, magari, se non ha niente da fare, potrebbe, ecco, infilarsi la tuta e farsi un giro in macchina dalle vostre parti (anche se lui abita a Trento e voi siete a Messina) promettendo successive cene offerte e prostitute di alto livello come ricompensa.


E' ormai notte fonda, per cena avete mangiato un pacchetto di m&m's e un'arancia offerta dalla previdente mamma, sono passate circa 4/5 ore dall'approdo nella stazione sconosciuta, la vostra temperatura corporea rasenta lo zero assoluto ma Tommasino può ormai definirsi sull'orlo del collasso, il problema è stato risolto, il personale inizia a subire il processo inverso passando da uno stato gassoso ad uno solido e la bellona è già stata spiumata e "scarricata" dal leader più spaccone; ora, con estrema nonchalance, piazzatevi (con o senza gruppo, a seconda del vostro ruolo) su un punto distante dalla folla perché tenete presente che il primo treno in grado di raccogliervi verrà preso d'assalto da tutti, anche dai curiosi che abitano davanti alla stazione, avete presente le immagini dei trasporti pubblici indiani, dove ci sono persone anche sui tetti e nello spazio tra un vagone e l'altro? Ecco, sarà più o meno così. Una volta individuato il treno in grado di portarvi a casa o nei pressi di essa, prendete la vostra coscienza e buttatevela alle spalle, non guardate in faccia nessuno, piazzatevi in prossimità di una porta e, con arroganza estrema, scattate dentro al vagone, accaparratevi un qualsiasi posto a sedere e godetevi un rilassante viaggio verso casa.
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