Il Vulcaniano Lifestyle: Le 12 Fobie più assurde al mondo.

Ben ritrovati ad una nuova puntata de "Il Vulcaniano Lifestyle".
Oggi vi proponiamo nuovi modi per vivere male, che magari ancora non conoscevate, e nei quali potreste benissimo ritrovarvi e diventare come noi, che viviamo in un cubo di piombo di 1 metro x 1 metro, in quanto ormai preda, dopo averle lette su Wikipedia, di tutte le fobie al mondo (tranne la claustrofobia, a questo punto).

Vi garantiamo che se le leggerete quest'articolo vi ritrovete in almeno alcuni di questi profili, ed entrerete in un loop di disagio dal quale è praticamente impossibile fuggire.

1) Ithyphallophobia: la paura delle erezioni.
C'è chi ha paura di andare in giro e trovarsi il pene in erezione, c'è chi ha paura di non trovarlo sull'attenti nel momento del bisogno. Ci sono anche donne che fuggono via terrorizzate alla vista di un gesto di apprezzamento di questo tipo; in pratica il nostro amico ci può provocare a volte anche problemi.



2) Papaphobia: paura del Papa. Per quanto Papa Francesco possa essere simpatico e possa cercare di rinnovare la chiesa, la papaphobia non guarda in faccia nessuno. 
Chi soffre di questa fobia ha paura dei papi in quanto tali, indipendentemente da chi è il Papa specifico in quel momento.




3) Arachibutyrophobia: paura che il burro di arachidi ti si attacchi al palato. 
E' una paura prevalentemente tipica del mondo anglosassone, in quanto qui il burro di arachidi non è particolarmente diffuso, ma era stupida e insensata abbastanza da finire di diritto nella nostra lista.



4) Scopophobia: paura che ci guardino. Ok, ho inserito questa fobia nella lista più per il nome fraintendibile che per la paura in sè di essere guardati, che potrebbe anche essere comprensibile da parte di qualcuno che si sente poco a proprio agio con sè stesso.



5) Phagophobia: paura di ingoiare. Scommetto che vi aspettavate chissà quale immagine sconcia, chissà quale doppio senso da osteria, e invece eccovi il Primo Ministro che mangia una banana, senza alcuna paura di ingoiarla.



6) Genuphobia: paura delle ginocchia. Le fobie di solito sono irrazionali, alcune sono più motivate (ad esempio la paura di cadere da un burrone stando sul bordo senza protezioni), altre meno, ma onestamente questa è tra le più difficili da comprendere.


7) Anatidaephobia: la paura che da qualche parte, in qualche modo, un'anatra ti stia guardando.
La prima volta che ho sentito di questa paura ho riso, poi ho visto questa foto, e lo sguardo sinistro e minaccioso di quest'anatra, e da allora ne soffro anche io.



8) Omfalofobia. Paura del toccarsi o del farsi toccare l'ombelico. 
Si tratta di una fobia che si installa come un trojan nel nostro subconscio dopo l'ascolto della canzone di Jovanotti "L'Ombelico del Mondo".



9) Anuptafobia: la paura di rimanere single. Paura che attanaglia un po'tutti una volta superata una certa età e che attiva determinate zone del nostro cervello che o abbassano i nostri standard e ci fanno fidanzare con un goblin, o ci fanno diventare così fighi da risolvere la situazione di singletudine con successo, o ancora ci costringono ad una vita da single che probabilmente ci renderà ricchi.
In modo da rifarci da vecchi come Berlusconi.



10) Calliginefobia: paura, antipatia, difficoltà a rapportarsi con donne belle.
Forse questa arriva dopo l'essersi arresi al fatto che le donne belle non ci staranno mai; 
in una riproposizione della favola di Esopo "La volpe e l'uva", il maschio delta, gamma o peggio arriva al punto di odiare le donne belle in quanto belle.



11) Eurotofobia: paura dei genitali femminili. 
Guardate l'immagine qui sotto della versione horror del "CamelToe", e ditemi se non fa paura anche a voi. 



12) Ergasiofobia: paura di lavorare.
Questa paura si estrinseca in due modi: o ci si chiude in casa e si cominciano a vendere le cose di famiglia nella speranza di vivacchiare senza muovere un dito, o si cercano modi alternativi per guadagnare senza dover più faticare. 
Quest'ultima soluzione a volte si può rivelare ancor più faticosa del semplice lavorare.



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